Ogni giorno, centinaia di miliardi di email si riversano nelle nostre caselle di posta. Non sorprende che i marchi facciano fatica a trovarsi un posto. Il problema non è più inviare un messaggio: è esistere in mezzo a questa massa. In Francia, ognuno di noi riceve in media più di un centinaio di email ogni giorno. Di fronte a questa marea digitale, una domanda è d’obbligo: l’email marketing può ancora raggiungere il suo obiettivo? La risposta è sì, ma a condizione di rivedere le regole del gioco.

Numero di email ricevuti al giorno: dati chiave e significato

Secondo l’Email Statistics Report 2021-2025 di Radicati, il numero totale di email professionali e pubbliche inviate e ricevute al giorno dovrebbe raggiungere oltre 376 miliardi entro la fine del 2025, rispetto ai 361.6 del 2024.

Il volume mondiale delle email è in costante aumento. Questa crescita mostra che questo canale rimane privilegiato, sia da parte dei marchi che degli utenti. Tuttavia, ciò fa emergere una nuova sfida: più ci sono messaggi, più diventa difficile distinguersi dalla massa. La differenza non è più tanto basata sulla qualità delle offerte, ma sull’attenzione del pubblico. Ciò significa che non basta più semplicemente inviare, ma bisogna essere scelti e letti.

8,3 miliardi di email vengono inviate ogni giorno in Francia. (independant.io)

Rapportando questa cifra alla popolazione francese (circa 68 milioni), ciò rappresenta più di 122 email quotidiane per persona. Sebbene gli usi varino notevolmente (B2B, B2C, ecc.), questo numero illustra il livello enorme di saturazione di questo canale in Francia.

Gli utenti sono estremamente sollecitati, spesso in modo eccessivo. L’apertura dell’email non è più un’azione automatica; la persona deve sceglierlo consapevolmente, e molte si mostrano sempre più diffidenti. In questo contesto, il momento dell’invio, il nome del mittente e l’oggetto acquistano un nuovo spessore.

Il 19,8 % degli utenti si disiscrive perché riceve troppi messaggi. (independant.io) Quasi 1 utente su 5 lascia una lista non perché il contenuto è cattivo, ma perché il volume è considerato eccessivo. Questa informazione dimostra quanto la frequenza di invio sia cruciale.

Cosa si può dedurre?

È la fine dell’email? No, al contrario. Questi pochi dati dimostrano che è ancora un canale molto privilegiato. Il vero problema risiede nel fatto che è sovraccaricato. Non è una questione tecnica, ma una questione di attenzione da parte dell’utente. Più opzioni ha di fronte a sé, più è difficile scegliere.

Un calo di efficacia dell’emailing e una diminuzione del tasso di apertura

Meno attenzione e più filtri, ecco ciò che si osserva chiaramente. Di fronte a questa sollecitazione eccessiva, gli utenti reagiscono disiscrivendosi o non aprendo mai alcune email, creando regole di smistamento automatico, utilizzando alias dedicati alle iscrizioni. Tutto questo senza contare il filtraggio effettuato dai servizi di posta (Gmail, Outlook) che diventano sempre più rigorosi.

Dal lato dei marchi, devono rivedere la loro strategia e tenere conto di questi cambiamenti, altrimenti non riusciranno a mantenersi in vita. Infatti, inviando email senza considerare il tempismo o la pertinenza, rischiano di perdere l’engagement del loro pubblico, di avere un aumento delle disiscrizioni e, a termine, di vedere la loro reputazione di mittente deteriorarsi.

Meno ma meglio, o la necessità di puntare essenzialmente sulla qualità

Per ottenere risultati nel 2025, è necessario passare a una logica di valore per quanto riguarda i messaggi inviati. Ogni email deve avere un’utilità immediata, rispondere a un bisogno reale o offrire un’esperienza pertinente. La strategia vincente è ormai meno email, ma email meglio concepite, più mirate e meglio misurate.

L’era del targeting comportamentale

Meglio un messaggio perfettamente mirato che una newsletter generica inviata a tutta la base. Ciò implica:

  • Un’analisi precisa del comportamento (click, pagine visitate, acquisti)
  • Un invio basato su fatti concreti (abbandono del carrello, calo di attività, interesse per una categoria)

Automatizzare senza perdere l’umanità

L’automazione intelligente permette di rimanere pertinenti, a condizione di:

Consigli pratici per distinguersi in una casella di posta saturata

Curate i vostri oggetti e intestazioni

Devono suscitare curiosità senza cadere nel clickbait. L’obiettivo è condurre all’apertura e rimanere coerenti con il contenuto.

Prestate attenzione al timing di invio

Sembra che il martedì sia il giorno più appropriato per gli invii di campagne, seguito dal giovedì e dal mercoledì. Non dimenticate che l’ora va di pari passo con il giorno, con diverse fasce orarie adeguate dalle 9 alle 18.

Curate il vostro nome di mittente

Indicate il nome della vostra azienda affinché la persona vi identifichi immediatamente. Potete anche umanizzare aggiungendo un nome, come per esempio «Nicolas di Captain Verify».

Non importunate gli abbonati assenti

Inviare email a contatti che non le aprono più da 6 mesi? Pessima idea. Mettete in atto scenari di riattivazione e, se non reagiscono, eliminate gli abbonati.

Monitorate i giusti indicatori di misura

Non accontentatevi del tasso di apertura (falsato da iOS e altri). Monitorate anche il tasso di click, il tasso di conversione, il tasso di reattività (click / aperture), così come la deliverability reale.

Di fronte a un volume di email quotidiane che non smette di crescere, i destinatari, invece, dispongono solo di 24 ore, di un’attenzione limitata e di una tolleranza sempre più bassa. Il numero di invii non è quindi più re o padrone del gioco nel regno dell’emailing; tutto si gioca ora sulla qualità e sulla pertinenza percepita dai destinatari.

Nicolas
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Porto la mia esperienza nel marketing digitale attraverso i miei articoli. Il mio obiettivo è aiutare i professionisti a migliorare la loro strategia di marketing online condividendo suggerimenti pratici e consigli pertinenti. I miei articoli sono scritti in modo chiaro, preciso e facile da seguire, sia che tu sia un principiante o un esperto in materia.